Un'anticipazione, firmata da Caterina Delasa (Segretaria Generale Fnp Bergamo), che comparirà sul prossimo numero del periodico Fnp.
E’ tutt’altro che superfluo ribadire con chiarezza che il futuro della previdenza non può essere considerato un privilegio né un pretesto di attrito tra le generazioni. Il sistema previdenziale da anni viene misurato esclusivamente sotto il profilo della sostenibilità economica, mentre è più che mai necessario attivare un negoziato che favorisca l’alleanza tra generi e generazioni con l’obiettivo di creare coesione sociale nel paese per dare certezze e prospettiva alle persone rispetto ai diritti e alle regole. Questo è l’obiettivo ribadito dalle Confederazioni in modo unitario negli incontri con il presidente Draghi sulla riforma del sistema pensionistico e che ci ha guidato nelle mobilitazioni a sostegno delle nostre istanze.
Finita la possibilità di uscita dal lavoro con quota 100, che ha favorito più gli uomini e i lavoratori pubblici con carriere continue rispetto alle donne e al settore privato, per le organizzazioni sindacali, per la Cisl, diventa prioritario garantire modalità omogenee a tutte le categorie di lavoratrici e lavoratori – pubblici, privati e autonomi- prevedendo su base volontaria una flessibilità di uscita per tutti a partire dai 62 anni, che tenga conto della gravosità del lavoro, dello stato di salute delle persone e della situazione di disagio economico, sociale, assistenziale della famiglia. L’ottica è anche quella di rendere strutturale l’APE sociale, mantenere Opzione donna, introdurre una pensione base di garanzia per assicurare l’adeguatezza delle pensioni nel futuro di quei giovani con redditi bassi e discontinui e incentivando l’adesione alla pensione complementare.
Nella consapevolezza che il tema centrale sia la ripartenza del lavoro (punto inderogabile per il mantenimento nel tempo delle nostre pensioni) per noi pensionati lo sblocco della rivalutazione, che reintroduce la rivalutazione con il sistema degli scaglioni di reddito, è un argine necessario contro l’aumento dell’inflazione, e, pertanto, un booster nel sostenere il potere d’acquisto delle nostre pensioni. Accanto, e altrettanto necessario, è l’ampliamento della platea per la quattordicesima mensilità che ha la finalità di valorizzare le pensioni contributive più basse rispetto a quelle puramente assistenziali.
La manovra non ha certo colto tutte le istanze sindacali proposte ma il Governo, sollecitato dalle numerose mobilitazioni, ha condiviso la nostra impostazione per aprire tavoli di confronto per affrontare da subito i vari aspetti della piattaforma previdenziale nel suo complesso.
Spiace che la Commissione preposta al lavoro sulla separazione tra previdenza e assistenza dopo 5 mesi abbia concluso con un nulla di fatto. Da anni, precisamente prima con l ex ministro Poletti, poi con Catalfo, ora con Orlando stiamo sollecitando la necessità di questa lettura separata dei dati in vista di una valutazione più efficace della riforma della legge Fornero e per tentare di rispondere all’Europa che ci sottolinea costantemente la nostra eccessiva spesa per le pensioni.