Invecchiamento attivo. Dalla FNP CISL la proposta di una rete sul territorio

A Bergamo e provincia, le persone over 65enni sono oltre 244.000. Erano 154.886 nel 2001, saranno 356.789 nel 2042. Per questa fascia di popolazione, da qualche anno, il sindacato dei pensionati CISL di Bergamo si batte per avviare una prospettiva politica e sociale diversa: quella dell’invecchiamento attivo. FNP ne ha parlato questa mattina, allo Spazio Polaresco di Bergamo, in un convegno insieme a docenti, ricercatori, amministratori,  affrontando i vari aspetti nella vita dell’anziano: affettività, solitudine, silver economy, lavoro, welfare, diritti di cittadinanza e volontariato.

 “La longevità è una grande conquista dei nostri tempi con importanti ricadute di carattere sociale, culturale ed economico – dice Giacomo Meloni, segretario generale del Pensionati CISL di Bergamo -. Diventa fondamentale, di conseguenza, promuovere un ruolo sempre più partecipativo e integrato delle donne e degli uomini anziani nella società, abbracciando interamente quella visione del vivere civico che riconosce nella persona che invecchia una vera e propria risorsa”. “L’invecchiamento attivo – continua Meloni – deve essere un tema di interesse non solo della generazione degli anziani, ma bensì un aspetto che tramite l’educazione scolastica e la tutela della salute sul lavoro, riguardi anche le giovani generazioni”.

FNP di Bergamo, negli ultimi anni ha messo in campo azioni per contribuire a diffondere la cultura e la conoscenza per un invecchiamento attivo, per una longevità sana. Dall’ Università per anziani ai progetti della “cultura come cura”; dall’accordo di collaborazione con ATS Bergamo per incontri sul territorio per la rete territoriale contro il gioco d’azzardo e le dipendenze, agli incontri sul territorio per presentare e confrontarsi sul percorso di invecchiamento attivo presentando l’opuscolo “ Come invecchiare bene“. Sono state avviate anche campagne per lo SPID e l’ alfabetizzazione digitale. Con la negoziazione sociale sono stati definiti accordi con il Comune di Bergamo, sulla città a misura di anziano, sul tema della domiciliarità e della mobilità.

Marcella Messina, assessora al comune di Bergamo, ricordando il grande lavoro di collaborazione avviato con FNP, sottolinea come, “ … invece di pensare alla cronicità, occorra generare buone prassi dentro la comunità, facendo ogni persona protagonista di politiche di welfare generative di nuove possibilità,  favorendo risposte di forma mutualistica, con una comunità protettiva, capace di fare insieme e di stare insieme”.

D’altronde, lo dice anche Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri,  un cambio di paradigma diventa sempre più necessario. “Lo stato di salute degli anziani non è molto buono: ci vantiamo di avere una grande durata della vita, ma, se guardiamo la vecchiaia sana, scendiamo al 15esimo posto. Ci siamo dimenticati la prevenzione, cioè l’unico modo per evitare le malattie, favorendo così il “mercato della medicina”, che è molto felice se le malattie non diminuiscono. Dobbiamo fare una grande rivoluzione culturale per cambiare il paradigma: dal “curare a prescindere”, a curare solo le malattie che si possono evitare (come diabete e tumori). C’è molto che di può fare per migliorare la situazione degli anziani”.

Alle rappresentanze di impresa, terzo settore, istituzionale e sanitario del territorio, la FNP CISL Bergamo propone di costituire una alleanza territoriale per l’invecchiamento attivo, supportata da un Osservatorio quale strumento di studio e analisi, “ … per un percorso  – insiste Meloni – che sia intergenerazionale, per una vecchiaia più longeva , in salute, con vantaggi per la persona e per le ripercussioni sui costi delle famiglie e del servizio sanitario. Invecchiare a lungo, bene e in salute, l’auspicio e l’obiettivo che la nostra proposta si pone”.

Per quanto riguarda il confronto con il Governo, Emilio Didonè, segretario generale della FNP Nazionale, dichiara di essere ottimista: “Siamo in attesa dei decreti per la legge sulla non autosufficienza e quella dell’invecchiamento attivo: ma non bastano le leggi. Bisogna educare la gente, e come in altri paesi iniziare dalle scuola. Se in questo paese non si parla di malattia, della morte di come una persona si possa ammalare per il ciclo naturale della vita è per via di un’educazione sanitaria del paese che va cambiata. Gli over 65 sono la maggioranza relativa del Paese, e l’Italia si è resa conto tardi che la popolazione stesse invecchiando. Stiamo parlando di leggi su invecchiamento attivo e autosufficienza, emanate nel 2023, quando le altre nazioni vicine a noi le hanno fatte nel 1990”.

 “La Legge che è stata approvata a marzo 2023 – conclude Didonè – che svaria da co-housing, alla battaglia contro la solitudine, all’invecchiamento attivo, ha previsto di tutto e di più. C’è un problema, però, per fare nuove cose ci vogliono risorse e qui la coperta è sempre corta e anche se si scrivono le più belle leggi del mondo e non sono finanziate, si continuerà a chiedere denaro alle famiglie e ai risparmi degli italiani”.

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