Verso un Walfare elettorale

I pensionati sono stati esclusi, con gli incapienti, dall’erogazione del bonus di 80 euro netti mensili, riservati ai dipendenti con un reddito lordo inferiore ai 25 mila euro. Gli anziani oltre i 65 anni, però, risultano anche il target di riferimento funzionale alle elezioni europee in corrispondenza al dato significativo di ascolto di alcune reti televisive. Da questa constatazione si fa strada l’idea di un welfare di occasione, secondo una via odontoiatrica al moderatismo, dove il pensionato diventa l’ossatura del consenso richiamando esperienze di promesse già consumate dal tempo, come l’Operazione sorriso, maturata e ripetuta nel centrodestra, o l’ideazione del diritto al sorriso, elaborata dal centrosinistra. Siccome, però, non c’è limite al peggio, nelle circostanze politiche attuali, partendo dalla dentiera gratis, si arriva a teorizzare, senza alcun senso del pudore, un modello di welfare, che spazia dalla campagna animalista, si rilancia dal “riunito” del dentista ed approda alla pensione minima di 800 euro mensili (o, forse, di 1.000 euro mensili, con il silenzio assordante dei soloni che in Parlamento fanno le bucce sulle coperture finanziarie anche per l’alba ed il tramonto). A completamento del marketing politico si può assumere come cartina di tornasole il tentativo di tradurre una condanna ai servizi sociali in una sorta di volontariato, come un dono moralmente apprezzabile, che trasferisce il danno connesso alla pena ai malcapitati utenti, quale demone predatorio che si scatena contro il concetto di persona. Trattasi comunque di una campagna che accomuna molte forze politiche in un sordo attacco al sindacato, di cui, sarà bene prenderne atto, i pensionati, in quanto espressione del lavoro compiuto e come titolari del diritto di cittadinanza, costituiscono l’asse portante.

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