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Servono politiche nuove per la non autosufficienza a Bergamo

Possono essere stimati in circa 10 milioni di euro i fondi a disposizione dei comuni bergamaschi che il Piano nazionale per la non autosufficienza ha stanziato per il 2022, e che le trattative tra autonomie locali, sanitarie e parti sociali al tavolo permanente territoriale per l’attuazione del Piano potrebbe ulteriormente incrementare. Sono soldi che potrebbero assolutamente essere indispensabili per le famiglie degli oltre 30.000 non autosufficienti bergamaschi (di questi, 10.000 sono anziani gravemente non autosufficienti) e per i comuni nei quali risiedono per l’avvio di politiche di assistenza e sostegno.

Il Fondo nazionale per le non autosufficienze è stato istituito nel 2006, al fine di garantire l’attuazione dei Leps (livelli essenziali delle prestazioni sociali) alle persone non autosufficienti su tutto il territorio nazionale. Nel tempo, le risorse del Fondo non autosufficienza, diventate strutturali solo nel 2015, con finanziamenti a dir poco altalenanti dentro le leggi finanziarie che si sono susseguite, soprattutto grazie all’intervento della Cisl, il Fondo per le non autosufficienze è stato via via ulteriormente implementato. E ultimamente è stato approvato, in sede di Conferenza Unificata Stato – Regioni, il Piano Nazionale per la Non Autosufficienza 2022 – 2024 e anche il riparto delle risorse del Fondo Non Autosufficienza per il medesimo triennio,  fissate in 822 milioni di euro per il 2022, 865,3 milioni per il 2023 e 913,6 milioni per il 2024. Inoltre, ai fini del rafforzamento dei PUA (Punti Unici di Accesso) sono previsti 20 milioni per il 2022 e 50 milioni di euro per ciascun anno del biennio 2023-2024, da destinare alle assunzioni di personale con professionalità sociale presso gli ambiti territoriali.

Sono risorse che dovranno essere utilizzate a favore delle persone anziane non autosufficienti, attraverso la programmazione, il coordinamento, la realizzazione e gestione degli interventi a livello di Ambiti territoriali sociali.

FNP ha apprezzato l’avvio del confronto sul Piano Nazionale per la Non Autosufficienza 2022–2024dice Giacomo Meloni, segretario bergamasco del sindacato pensionati della CISL – ma ha chiesto un tavolo permanente territoriale (oltre che regionale e nazionale)  che segua l’attuazione del Piano stesso, per monitorare le azioni che saranno introdotte. Per questo attendiamo con impazienza la convocazione dell’organismo che ci interessa, per avviare una trattativa utile a verificare la consistenza dei finanziamento a disposizione del territorio provinciale e le possibilità di incrementare questo fondo con le risorse regionali e statali che attendono richieste collegate a progettualità che consentano di dare risposte adeguate, in termini di assistenza e continuità delle cure, alla platea di persone non autosufficienti“.

Abbiamo ritenuto positiva – continua Meloni – la centralità assegnata agli Ambiti, l’integrazione del Piano con gli interventi finanziati dal Pnrr, sottolineando però che occorre specificare meglio come si integrano i servizi sanitari e sociali, il servizio di assistenza domiciliare integrato e i servizi di telemedicina per anziani non autosufficienti, anche in relazione al fabbisogno del personale sociale e sanitario. Abbiamo giudicato positivamente anche il percorso graduale dei Leps da garantire in tutte le regioni e, soprattutto, l’individuazione dei PUA presso le Case di Comunità da dotare, però, di personale adeguato e formato. Purtroppo, stiamo ancora aspettando una soluzione definitiva per la Legge quadro nazionale sulla Non Autosufficienza, una legge di dignità e civiltà che la crisi di Governo ha bloccato nuovamente”.

Una nuova politica sociale rivolta a anziani e fragili (la popolazione over 65 a Bergamo è di circa 240.000 persone) è una delle richieste che i Pensionati della CISL di Bergamo da tempo muovono a istituzioni e forze politiche: “ … la stessa dotazione di posti letto autorizzati nelle RSA provinciali (6.434) è giudicato insufficiente rispetto alla effettiva domanda , spesso mascherata dall’intervento delle famiglie, che anche per questioni economiche, mantengono all’interno del nucleo il parente. Di conseguenza anche un intervento regolatorio sulle tariffe delle strutture di accoglienza merita una attenzione non sempre  all’altezza delle richieste”.

È necessario, quindi, continuare con la proficua collaborazione tra i tanti soggetti in causa, che hanno valorizzato le competenze in campo di ognuno per centrare l’obiettivo. Pertanto, la FNP CISL chiede alla politica di collocare la non autosufficienza al centro della prossima agenda parlamentare e auspica che la riforma quadro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, prevista anche dal PNRR entro il 2023, sia approvata definitivamente nella nuova legislatura. Un atto di civiltà dovuto, che non è più possibile rimandare, per la vita delle tantissime persone coinvolte. La FNP CISL  – conclude Meloni – è pronta a fare la sua parte fino in fondo, ad assumersi quel ruolo fondamentale di responsabilità, di partecipazione e di confronto, ai vari livelli istituzionali, in rappresentanza dei tanti anziani invisibili”.

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