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Pensionati vittime del caro bollette. Le richieste di FNP e ADICONSUM

Il caro bollette e la difficoltà a porvi rimedio fa scattare l’allarme povertà per i pensionati e per le famiglie monoreddito. A farsene carico, FNP CISL e ADICONSUM di Bergamo.

Quest’anno il costo dell’energia assorbirà più di una mensilità dell’assegno pensionistico medio – dice Caterina Delasa, segretaria generale della categoria del pensionati di via Carnovali. Gli aumenti dell’energia elettrica e del gas quest’anno non solo  annulleranno  ampiamente i benefici della perequazione recuperata dai  pensionati, ma di fatto  finirà per assorbire nell’anno quasi una mensilità dell’assegno pensionistico medio nonostante i correttivi del governo. Inoltre questi aumenti finiranno per azzerare  il bonus sociale che prevede uno sconto dai 128 € a 177 all’anno per luce e da 67 a 245 € anno per gas per le famiglie con ISEE fino a 8250 € o per le famiglie numerose fino a  20000 €, famiglie particolarmente fragili”.

ADICONSUM è subissata in questi giorni da richieste di assistenza e consulenza da parte di cittadini e famiglie bergamasche alle prese con un’impennata generale dei prezzi, “molte persone ci dicono: o accendo il riscaldamento o mangio”.

Il problema non si risolve con interventi tampone – sostiene Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo. La mancanza di una strategia energetica nazionale rischia di far crescere il numero dei cittadini in povertà energetica. È ora che la politica affronti la questione una volta per tutte”.

L’associazione consumatori della CISL chiede l’alleggerimento della bolletta eliminando le accise e tutte le voci non pertinenti ai consumi energetici; il trasferimento di alcuni oneri generali di sistema sulla fiscalità generale; il contenimento dell’Iva e della tassazione; l’aumento del bonus sociale e del tetto Isee per accedervi; l’adozione di interventi per assicurare apparecchiature più efficienti per i disagiati economicamente; la creazione di un fondo sociale per i consumatori vulnerabili; un albo dei venditori per il mercato libero con accesso consentito solo dietro garanzie fidejussorie.

L’impennata generalizzata dei prezzi, cui non corrisponde l’adeguamento di salari e stipendi, è una conseguenza della pandemia alla quale  non eravamo preparati. Il 2022 avrà sui conti delle famiglie un aggravio stimato in + 1500 euro. L’inflazione su base annua a gennaio 2021 era allo 0,4, a dicembre è salita al 3,9%”.

Il numero di pensionati fragili e soprattutto pensionate aventi diritto al bonus sociale è molto alto e il rischio reale, secondo FNP,  è che siano costretti a tagliare le spese di prima necessità (alimentazione, riscaldamento , cure mediche) per far fronte a questi rincari inattesi. “Servono misure dedicate per dare una mano a queste persone ultrasessantacinquenni in difficoltà, rivedendo la struttura della bolletta e fare in modo che la spesa sia legata al consumo reale e non appesantita fino al  il 50% del dovuto da oneri di sistema come succede oggi”.

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